What's WAH WAH CLUB?

Wah Wah Club is a big party, it’s the scene, it’s friendship, it’s Lo-Fi, it’s pure.
Wah Wah club is nothing fake, it’s the sweat, the voice and sound of out beloved bands, the shaking legs of our wild dancers, the vinyls and the hands of our djs. Wah Wah club is full of love, it’s the place for friends and kisses, where your bad moments turn into good ones. Wah Wah club loves to move as a gipsy, so be careful and check our myspace to know where we’re gonna party! We could bring our noise everywhere! We love every kind of music. Our djs like to play indie rock, electro, pop, punk, rock’n’roll, oldies, 60s beat and so on.
We’re sure you’ll find what you like, fall in love and never forget us.




lunedì 14 novembre 2011

WAH WAH CLUB MASSIVE HALLOWEEN w// RONI SIZE - REPORT by takemeout.it

WAH WAH CLUB w/ RONI SIZE & Mc Dynamite 
Report serata by: takemeout.it
 


Esistono futuri improbabili, già scritti in destini inverosimili.
Esistono scenari ipotetici, dove il labile confine tra bene e male appartiene a un ricordo lontano, lasciato a marcire nella ridondanza di dati danneggiati, delle nostre obsolete memorie di massa malconce.
Esiste un luogo eletto a simbolo della follia dell’uomo, dove i prati non sono mai esistiti, dove le lingue d’asfalto hanno cacciato il mare, dove il petrolio e la chimica hanno avvelenato l’aria.
Un luogo dove il sole ha smesso di mostrarsi, dove la vita si è messa da parte lasciando spazio alla sopravvivenza.
  Questo luogo esiste, anzi questo luogo è tutto ciò che ci rimane a causa della nostra abbietta cecità. La mancanza di lungimiranza, l’illusione nel progresso, il denaro, il disprezzo e l’odio hanno creato tutto questo.
Il nostro “inferno”, e in realtà un luogo che siamo costretti a chiamare “casa”.
Un territorio ostile, di poche decine di chilometri quadrati, dove si concentrano le ultime sacche di ribellione, e dove, ancora resta appeso a un filo l’ultimo barlume di speranza.
La zona è sotto il controllo organizzato delle diverse bande, muoversi di notte equivale a scommettere sulla propria vita, restare in casa equivale a morire di stenti o di sete.
Laddove non esistono regole, la prima regola da tenere a mente, é quella di non farsi ammazzare.
E se le cose non dovessero essere già abbastanza complicate, a regolare i conti in questa bizzarra società, c’è lui, il coniglietto atomico, frutto bastardo delle guerre NBC, sicario di professione, assassino per vocazione.
In un mondo in cui la giustizia non esiste, e dove la vendetta si consuma per principio, il ruolo del coniglietto è abbastanza semplice da spiegare, tu paghi e lui uccide.
Il coniglietto atomico è un personaggio assurdo, sembra uscito da una tavola di Masamune Shirow, veste una lunga mimetica da contractor, nera, anfibi Swat in Goretex con la suola VIBRAM, neri anch’essi, nessuno sa bene che faccia abbia perché indossa sempre una maschera antigas con filtro A2B2E2K1, sulla sua testa svettano due lunghe orecchie da coniglio bianche, frutto del body mutation, dovuta alla contaminazione nucleare del DNA.
Quella sera il coniglietto atomico, aveva un lavoretto facile facile da fare.
Via della pila 103 era scritto sul foglietto che ripiegò e mise in tasca; avrebbe dovuto introdursi in un circolo della gang “Wah Wah”, e durante il party in corso, senza dare troppo nell’occhio, piantare due proiettili nella fronte del Dj della serata, per risolvere una vecchia questione di un debito mai saldato.
Il locale era stracolmo, una moltitudine di gente, di ogni risma e razza, tutti particolarmente esaltati. Si vedevano rocker, nomadi, ravers, alternativi, cyber innestati, droidi, trafficanti di software e ricettatori di organi.
Le luci a strobo sparavano mitragliate di flash sulla folla compatta, un odore acre di carne sudata, alcool e organismi biomeccanici, permeava l’aria artificiale.
L’impianto sonoro, alla massima potenza, scuoteva le membra dei partecipanti al rito, con potentissimi colpi di drum and bass.
Il cerimoniere, con soddisfazione, se ne stava dietro la console, sul palco, a cambiare i dischi di continuo, componendo una playlist da cardiopalma.
Il coniglietto pensò che non fosse la situazione ideale per agire, troppe persone a ostacolarlo e non avrebbe avuto una facile via di fuga, quindi per ingannare l’attesa, e depistare, si lasciò coinvolgere anche lui dalla musica e si lancio in una danza scomposta. Avrebbe atteso la fine del set per liquidare l’ottimo Dj.
Un’ottima soluzione si disse, mentre ballando, si strusciava addosso a un paio di squaw biomeccaniche dai capelli blu.
Alle ore tre e venti, sui piatti smise di girare l’ultimo pezzo, il Dj raccolse armi e bagagli, e si diresse verso la zona backstage, il coniglietto come un’ombra dietro di lui.
Il Dj entrò all’interno di un locale molto particolare, una sorta di loft, con divanetti di pelle, un vecchio biliardino, e una splendida Lambretta dell’anteguerra che nonostante i suoi novant’anni, dominava l’ambiente perfettamente conservata.
Il Dj, sistemò le sue cose, prese un asciugamano e andò verso il bagno, il coniglietto controllò che non l’avesse seguito nessuno, entrò a sua volta nella stanza dirigendosi verso il bagno.
Tirò fuori dalla fondina, la Glok G38, tolse la sicura, diede un calcio alla porta del cesso e si trovo faccia a faccia con il Dj intento a dare le ultime scrollate.
“Questa è stata la tua ultima serata, amico!” Disse il coniglietto puntando la pistola sulla faccia spaventata del tipo.
Appoggio il dito sul grilletto, e stava per fare fuoco, quando senti una fitta lancinante allo stomaco, lascio cadere l’arma e si accasciò di colpo a terra, dietro di lui una grupie ossigenata sconvolta se ne stava con un coltellaccio sporco di sangue tra le mani.
“Scappa Roni” urlò la tipa, mentre sferrava calci all’impazzata al coniglietto.
I due fuggirono via, tra le tenebre, mentre il coniglietto agonizzante, giaceva steso nel pavimento, senza nemmeno una carota.

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